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03
Mar, Dic

ANTOLOGIA DELLA CRITICA:

 

GABRIELE SIMONGINI

La giovane avventura di uno spirito ordinatore

Vivacità immaginativa, coscienza storica, cortocircuito ironico, sapienza artigianale e rigore teorico, sono i cinque capisaldi dell’attività creativa di Sabina Alessi, giovane vestale di un’arte chiara ed essenziale, positiva e densa di energia poetica. Il suo già notevole percorso operativo si ricollega a quell’imperituro e lucido spirito ordinatore che, sia pur tra innumerevoli varianti, ha unito, tra gli altri, Seurat, Braque (“La regola che corregge l’emozione”), Malevic, Mondrian, Alberts, Van Doesburg, Max Bill (“Il fine dell’arte è di creare un tipo di verità elementare, non variabile”). In questo senso è stato fondamentale l’apprendistato svolto da Sabina a fianco di Antonio Passa, uno dei più rigorosi e fervidi artisti italiani di questi ultimi trent’anni, infaticabile demiurgo capace di creare, con immaginosa pazienza, veri e propri trasmettitori d’energia spirituale. Sabina Alessi ha compreso, fin dagli inizi della sua attività creativa, la necessità di salvaguardare la totalità del “corpo” dell’arte, senza separare teoria e prassi, manualità artigianale e volontà comunicativa. Il quadro è per lei, innanzi tutto, un “oggetto” nato dall’applicazione di una tecnica e di un patrimonio di conoscenze, è un nucleo plastico che unifica su uno stesso livello tela, telaio e colore, tanto da ispirare nell’osservatore il desiderio di toccarlo e soppesarlo per il piacere del contatto fisico e non soltanto visivo o contemplativo. E poiché la pittura è un linguaggio, Sabina Alessi ha saputo appropriarsi delle regole essenziali di una grammatica fondata sulla modulazione di forme elementari (quadrati, rettangoli, triangoli) in relazione dialettica con la variabile cromatica. Così gli spostamenti di “figure” geometriche dal loro asse “consueto” generano mutamenti nella sostanza dei colori, quasi tramite un gioco inizialmente ragionato che conduce poi verso evocazioni di inedite dimensioni. Lo spiazzamento ironico di equilibri apparentemente prestabiliti è dato, ad esempio, dall’invenzione sorprendente di uno spazio che prende avvio da una parte e termina dall’altra, la quale poi viene ad identificarsi con quella di partenza. Moduli numerici e matematici costituiscono, spesso, la base costruttiva delle opere di Sabina Alessi, caratterizzate da un ordine ritmico e dinamico che nasce da un minimo sommovimento compositivo, come un soffio leggero capace di scompaginare un delicato “castello di carte”. E poiché la nostra artista sa che la tecnica stimola la creatività, i suoi acquerelli rivelano un lirismo più inquieto, per certi versi, con quelle vaporosità di materia che sembrano voler quasi obnubilare i nitidi “cieli” dei suoi quadri. Sabina potrebbe ben condividere la celebre definizione data da Max Bill delle opere d’arte come “oggetti estetici concreti ad uso spirituale attraverso la realizzazione di idee astratte”. Ma c’è, nelle sue opere, tutta la freschezza entusiasta di un’avventura creativa appassionata eppur consapevole del fatto che i veri artisti sono oggi simili a naufraghi aggrappati ad una zattera minacciata da torbidi marosi, in un mondo privo di regole e certezze.